La Comunità Educativa
La comunità è da noi intesa come struttura educativa dove la relazione quotidiana permette la manifestazione e la cura di comportamenti diversificati ed autonomi, nel quadro di progetti che investono la vita reale dei ragazzi ospiti. Deve quindi riproporre un clima “familiare”, ricco di esperienze di condivisione e di autonomia che sia in grado di sostenere affettivamente e materialmente il percorso di crescita dei minori.
Finalità generale è il “ ruolo sociale ed educativo” delle nostre strutture che permettono di svolgere, nel rispetto della persona ed attuando i principi di solidarietà, attività organizzative di qualsiasi tipo miranti al raggiungimento della autonomia da parte di persone in situazioni di disagio psicofisico, all’educazione e allo sviluppo delle potenzialità personali, culturali e professionali, nonché all’inserimento di persone che si trovino in condizioni di emarginazione.
La definizione del ruolo sociale della Comunità che accoglie dei minori è senza dubbio modellata, da un lato, sulla specificità dei bisogni ai quali deve rispondere e, dall’altro lato, sul tipo di rapporto che la struttura è in grado di stabilire con gli altri “attori” del territorio che ruotano attorno ai ragazzi (famiglia, scuola, servizi sociali, aziende, strutture ricreative, ecc.).
Se nel passato la comunità per minori tendeva a configurarsi come una struttura quasi autosufficiente, oggi si è diffusa, positivamente, la consapevolezza che essa rappresenta, in realtà, una risorsa all’interno di una rete complementare di servizi, capace di offrire agli ospiti adeguate e mirate risposte ai loro bisogni, in termini di coerenza globale e di specificità al tempo stesso. Occorre quindi essere consapevoli del ruolo di “risorsa sociale” della comunità in una sorta di “rete di reti” realmente operativa. In questo senso, la sua caratteristica principale, è di porsi come “ambiente di vita” dove, appunto, quotidianità ed attività si integrano.
La comunità è per il minore accolto lo spazio della sua vita attuale, la sua casa. L’ambiente favorevole in cui si trova ora il minore lo aiuta a rispecchiarsi, a capire ed accettare il suo passato e a trarre spunti per la ricostruzione della propria identità personale. La comunità intesa quindi in senso terapeutico, come occasione favorevole per crescere serenamente ed essere aiutato a ripensare in modo diverso alla propria difficile storia.
Nella comunità per minori vi è naturalmente un’interdipendenza fra l’organizzazione della quotidianità e lo sviluppo delle competenze sociali e cognitive degli ospiti.
Tutti i momenti della giornata hanno rilevanza terapeutica ed educativa; momenti in cui si gioca, si mangia, si studia, momenti in cui “non si fa niente” insieme aiutano il minore a ricostruire, o spesso ad incominciare a costruire per la prima volta, una propria identità. La vita quotidiana della comunità per minori è importante perché è riparativa, in un certo senso prevedibile, familiare e quindi rassicurante.
Un nuovo ambiente di vita che fornisce al minore quello che gli è “mancato” può portare a risultati sorprendenti e fondamentali in quest’ottica sono le relazioni affettive autentiche che si instaurano fra minori ed adulti (in primis gli educatori che condividono con loro la quotidianità), come punto chiave per il recupero di risorse e la nascita di nuove prospettive.
In secondo luogo la comunità per minori è un sistema di relazioni.
Innanzitutto vi sono le relazioni che si instaurano fra coloro che vivono all’interno della comunità: relazioni di adulti con minori, di minori con minori e di adulti che lavorano insieme. Ci sono poi le relazioni con l’esterno: con la famiglia d’origine, con i servizi, con i membri della rete che si prende cura del minore e con il Tribunale per i minorenni. Questa dimensione relazionale comprende sia chi accoglie, sia chi è accolto; la comunità in quest’ottica può essere considerata “luogo strutturato di relazioni e legami significativi”. E, aspetto fondamentale, sono le relazioni sane.
Un percorso personalizzato
Il presupposto su cui si basa il nostro intervento è che i centri residenziali stessi, nel loro insieme e nelle loro diverse componenti, siano uno strumento specifico e peculiare di trattamento di ogni singolo ospite.
Le modalità operative si individuano in due assi centrali:
- La dimensione educativa
- La dimensione terapeutica
che si fondono insieme nel quotidiano al fine di creare le condizioni ambientali necessarie alla ripresa del percorso evolutivo del minore stesso.
A chi è rivolto il nostro intervento
- Minori inviati con provvedimento del Tribunale per Minori
- Minori a rischio di devianza psico-sociale e/o con problematiche di disadattamento sociale
- Minori provenienti da famiglie che, pur mantenendo rapporti affettivi significativi, non sono in grado, per problemi di diversa natura, di garantire convenienti ed adeguate risposte alle esigenze relazionali, educative, psicologiche e di protezione dei minori stessi
- Minori temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo, per i quali non risulta proponibile o praticabile un affido eterofamiliare
- Minori non accompagnati bisognosi di una situazione abitativa e relazionale stabile che permetta loro di iniziare un percorso d’integrazione e autonomia nella nostra società
- Minori protagonisti di reati inviati dal Centro di Giustizia Minorile per i quali l’inserimento in comunità è collocabile nel contesto dei provvedimenti penali
Le prestazioni
I minori sono inseriti in un contesto a connotazione familiare dove possono sviluppare relazioni affettive condividendo la quotidianità con i loro coetanei. Nelle nostre Comunità educative ricevono l’affetto di una famiglia, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di intraprendere o completare, laddove interrotti, percorsi di studio e di praticare lo sport e le attività ludico ricreative in linea con la loro età adolescenziale.
Il progetto educativo è individuale, incentrato sul singolo ragazzo, e viene elaborato in accordo con il servizio sociale di riferimento. La volontà è quella di consentire al minore una crescita armoniosa che gli permetta di acquisire autonomia, rispetto, fiducia in se stesso e negli altri.
Per questo vengono favoriti rapporti di relazione, attività scolastiche, formative, ludiche e ricreative, nella cura e gestione delle persona e delle cose, nonché nella gestione dei rapporti del minore con i familiari.
Ai nostri ospiti offriamo, oltre alla residenzialità, diversi servizi di cura e assistenza:
- Consulenza Psico-terapeutica
- Osservazione Psicologica
- Inquadramento Diagnostico
- Interventi Psicoeducativi individuali e di gruppo
- Psicoterapia e sostegno psicologico
- Incontri con la famiglia
- Orientamento scolastico e lavorativo
- Attività di Formazione Professionale
- Inserimento lavorativo presso aziende del territorio
- Laboratori Creativi e Tecnici
- Attività Sportiva
L’Equipe delle strutture:
- Medico neuro-psichiatra
- Psicologo/psicoterapeuta
- Pedagogista
- Assistente sociale
L’equipe si riunisce settimanalmente in “microequipe” con il Coordinatore di struttura, gli educatori professionali, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. Due volte al mese si incontra con tutto il personale delle strutture in una giornata di Formazione e Supervisione dei casi.
La collaborazione
La comunità educativa è parte del progetto complessivo, nel rispetto dell’interesse superiore del minorenne e di quanto eventualmente disposto dall’Autorità Giudiziaria competente. La comunità è dunque soggetto corresponsabile e in rete con altri soggetti titolari della competenza: Ente locale servizio sociale, Tribunale per i minorenni, scuola, ecc. La comunità non è soggetto autoreferenziale e in tal senso rifiuta deleghe totalizzanti, consapevole che è la costruzione del contesto di corresponsabilità che favorisce l’uscita dalla comunità.
Il Servizio Inviante coordina complessivamente l’intervento e in parallelo lavora con la famiglia e con le persone più significative del contesto di appartenenza del minore.
L’intervento congiunto tra il Servizio inviante e l’Equipe avviene tramite:
- Contatti telefonici
- Incontri periodici presso la nostra Struttura
- Relazioni periodiche di aggiornamento sull’andamento del percorso comunitario del minore.
Come si accede alle Comunità
Il Servizio Pubblico di riferimento (Servizio Sociale del Comune, Asl, Centro Giustizia Minorile) contatta direttamente la Comunità e sottopone alla sua attenzione la situazione psicologica, sociale, familiare ed eventualmente penale del minore attraverso un primo contatto telefonico e successivamente attraverso l’invio di una relazione.
Da queste prime informazioni l’Equipe della Comunità concorda con il Servizio referente un colloquio di valutazione del minore con lo psicologo da effettuarsi presso la Struttura o presso il Servizio Inviante, in modo da definire sin da subito le modalità d’intervento e di lavoro congiunto.
In questa sede viene definita l’idoneità del minore al programma psico-educativo e la comunità comprende se può prontamente rispondere ai reali bisogni sia psicologici che fisici del minore. Normalmente l’accoglienza prevede un periodo di osservazione di circa 30 giorni al termine del quale si predispone il Progetto Educativo Individualizzato vero e proprio, condiviso con i servizi referenti.